L’inchiesta sui fondi raccolti dagli sms di solidarietà per la ricostruzione post-terremoto potrebbe concludersi “in una bolla di sapone”. Lo ha detto ai microfoni del Tgr Lazio il Procuratore Capo di Rieti, Giuseppe Saieva. “Abbiamo aperto un fascicolo a modello 45 per verificare la sussistenza o meno di ipotesi di reato. Allo stato non abbiamo alcuna ipotesi di reato da formulare. Mi pare che le dichiarazioni del sindaco di Amatrice fossero generiche: non ha parlato di appropriazione da parte di terzi, ma semplicemente del fatto che non erano arrivati ad Amatrice i contributi frutto di donazioni tramite la Telecom”, ha spiegato il magistrato ai microfoni Rai. Sentirà il sindaco di Amatrice? “Penso che sia doveroso”, ha aggiunto. Il sindaco Sergio Pirozzi è arrivato nel pomeriggio in Procura per incontrare lo stesso procuratore Saieva.
Questa mattina ai microfoni di ECG, il programma condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, Pirozzi ha dichiarato: “Ho detto che c’è stata una scelta scellerata nella gestione dei fondi e che ad Amatrice non è arrivato nulla. Sono state fatte altre scelte, sono stati nominati dei saggi, dei garanti, che hanno fatto altre scelte, inserendo anche dei comuni del Lazio che non rientrano nel cratere – ha aggiunto il sindaco di Amatrice. E’ stata tradita la volontà degli italiani. Chi ha donato quei soldi, sicuramente aveva la volontà di aiutare anche Amatrice. Con la gestione di questi fondi si è tradita la volontà popolare. Non perché io li volessi, io attorno a me ho tutta la solidarietà del mondo. E’ una questione di giustizia, oggi nessuno rispetta più la volontà popolare. Qualcuno ha cercato di strumentalizzare le mie parole, che avevano un concetto molto più alto. La volontà non si tradisce. Chi decide, in questo Paese, è scollegato da quelli che sono i voleri della gente comune”.