Le Ong fanno quadrato contro le accuse mosse da alcune forze politiche nei loro confronti per il loro ruolo nel salvataggio dei migranti nel Mediterraneo. “Siamo indignati per i cinici attacchi al lavoro delle ong in mare da parte di alcuni esponenti della politica, che hanno visto nelle ultime ore un crescendo di veleni e false accuse”, dice Medici Senza Frontiere. Msf esporrà il proprio punto di vista alle istituzioni il 2 maggio, in audizione alla commissione Difesa del Senato, “nel frattempo segue con attenzione quanto viene dichiarato in riferimento alle attività di ricerca e soccorso delle ong – si legge in una nota dell’organizzazione – valuterà in quali sedi intervenire a tutela della propria azione, immagine e credibilità”.
All’indomani dello scontro a distanza su ong e migranti tra Luigi di Maio e Roberto Saviano il M5s chiede chiarezza anche in Europa per bocca dell’eurodeputata Laura Ferrara: “Vogliamo tutta la verità sul ruolo delle ong nelle operazioni di salvataggio dei migranti nel Mar Mediterraneo e per questo abbiamo presentato una interrogazione prioritaria alla Commissione europea. Non vogliamo fare di tutt’erba un fascio, vogliamo chiarezza e trasparenza, anche a tutela del lavoro di quelle ong che da anni contribuiscono con sacrificio e dedizione a salvare vite umane nel Mediterraneo”. Le fa eco Di Maio che su Facebook torna a parlare dell’argomento: “Sul ruolo di alcune ong nel Mediterraneo non chiedo di far luce solo io, non chiede di far luce solo il Movimento 5 Stelle, lo chiedono soprattutto un’inchiesta della magistratura di Catania e due rapporti dell’agenzia Frontex che conosciamo grazie al Financial Times. Chi reagisce chiudendosi a riccio o minacciando, evidentemente ha qualcosa da nascondere”.
“Le accuse contro le ong in mare sono vergognose, ed è ancora più vergognoso che siano esponenti della politica a portarle avanti, attraverso dichiarazioni false che alimentano l’odio e discreditano ong che hanno come unico obiettivo quello di salvare vite” risponde alle critiche Loris De Filippi, presidente di Msf. “È una polemica strumentale – aggiunge – che nasconde le vere responsabilità di istituzioni e politiche, che hanno creato questa crisi umanitaria lasciando il mare come unica alternativa e hanno fallito nell’affrontarla e nel fermare il massacro. Se ci fossero canali legali e sicuri per raggiungere l’Europa, le persone in fuga non prenderebbero il mare e si ridurrebbe drasticamente il business dei trafficanti”.
Chiara anche la posizione di Save the Children. “Le operazioni della nostra nave avvengono sotto il coordinamento della Guardia Costiera italiana, e respingiamo con forza ogni accusa della più minima connessione con i trafficanti – spiega in una nota – La Vos Hestia opera solo in acque internazionali e non è mai entrata in acque libiche”. Dura anche la posizione di Migrantes, fondazione della Cei, che per bocca del suo direttore monsignor Giancarlo Perego, parla di accuse che hanno dietro “una visione ipocrita e vergognosa di chi non vuole salvare in mare persone in fuga e di chi non vuole fare canali umanitari attraverso i quali le persone potrebbero arrivare in sicurezza, combattendo così ciò che va combattuto realmente: il traffico di esseri umani che finanzia il terrorismo”.
E mentre proseguono le polemiche, nel Mare nostrum si continua a morire: almeno 15 persone, tra le quali un bambino, sono morte nella notte nel naufragio di un’imbarcazione che trasportava migranti, partita dalla Turchia e affondata al largo dell’isola greca di Lesbo.