Nonostante ‘lo sconto’ rispetto a quelle che erano state le richieste del procuratore federale Giuseppe Pecoraro (30 mesi), un anno secco di squalifica per Andrea Agnelli è comunque qualcosa che produce molto rumore. Un rumore sordo e cupo. Basti pensare che la notizia ha monopolizzato le ‘home page’ italiane e internazionali, scavalcando i cascami delle elezioni tedesche e il caso di corruzione tra i prof fiorentini.
C’era da aspettarselo, in fondo: al netto del ricorso in appello che verrà presentato a stretto giro di posta da entrambe le parti, la condanna del presidente della Juventus per i legami tra la dirigenza bianconera e gli ultrà resta pietra d’angolo sulla quale si possono/potranno costruire ragionamenti di vario tipo a seconda del punto prospettico da cui li si guarda. Nulla di buono, ad ogni modo.
Con onestà l’avvocato Coppi, legale della difesa, si è detto “deluso” per la sentenza del Tribunale: beh, in effetti; probabilmente anche l’accusa non sarà felice di aver visto più che dimezzate la proprie richieste e ha già annunciato battaglia. Insomma, la sensazione è che non finirà qui, che ci saranno strascichi e code velenose, che attorno a questo caso si avviteranno polemiche infinite, che ci vorrà un’operazione di make up per ripristinare una certa beauté all’interno e all’esterno della Famiglia.
Rimangono alcuni passaggi pesantissimi delle motivazioni, in particolare quando si legge che Agnelli “con il suo comportamento ha agevolato e in qualche modo avallato o comunque non impedito, le perduranti e non episodiche condotte illecite del Calvo al fine di mantenere rapporti ottimali con la tifoseria”. Agnelli che, però, era inconsapevole del profilo criminale di un capo ultrà con il quale ha avuto dei contatti. Agnelli che, comunque, continuerà a mantenere la carica di presidente della Juventus e di presidente dell’Eca, a cui tiene moltissimo. Agnelli che, al contrario, non potrà svolgere attività federali, recarsi negli spogliatoi prima, durante e dopo le partite, firmare contratti per l’acquisto di giocatori. Sarà rappresentato – presumibilmente – da Giuseppe Mazzia, uno dei due amministratori delegati, il più vicino alla Exor. O, nel caso, da Giuseppe Marotta, che però ha valenza maggiore in ambito sportivo.