Pugno duro della procura federale Figc contro il presidente della Juventus, Andrea Agnelli. Nella seconda puntata del processo sportivo a carico del numero uno bianconero relativo al caso ‘ultras e biglietti’, ripreso dopo il rinvio al termine dell’estate deciso lo scorso 26 maggio ed i tentativi falliti per arrivare ad un patteggiamento, il procuratore federale Giuseppe Pecoraro ha chiesto 30 mesi di inibizione e 50mila euro di multa.
Le accuse nei confronti di Agnelli sono quelle di aver violato gli articoli 1 bis (lealtà sportiva) e 12 (rapporti con i tifosi) del codice di giustizia sportiva. La vicenda parte da un’indagine penale denominata “Alto Piemonte” relativa al traffico di biglietti: la Juve (non coinvolta nel processo penale) è accusata (davanti alla giustizia sportiva) di aver concesso importanti pacchetti di biglietti a gruppi ultras che, poi, però, finirono nei canali di bagarinaggio. E nella vicenda emersero anche rapporti tra i tifosi ed esponenti della ‘ndrangheta tra cui il giovane presunto boss Rocco Dominiello che avrebbe persino incontrato il presidente della Juventus. Andrea Agnelli ha sempre sostenuto di non averlo mai incontrato da solo non escludendo che Dominiello abbia partecipato a degli incontri insieme ai capi ultras.
Per la Juventus, invece, la procura ha chiesto la sanzione di due partite a porte chiuse più una terza per la sola curva sud. Non solo, se il club fosse giudicato colpevole vista la responsabilità diretta, dovrebbe anche pagare una salatissima ammenda di 300mila euro.
Al termine del dibattimento, svoltosi rigorosamente a porte chiuse e durato poco meno di due ore, l’unico a prendere la parola è stato l’avvocato Franco Coppi, difensore di Agnelli insieme a Luigi Chiappero, che ha detto di puntare “all’assoluzione completa” del suo assistito. Il legale invece non ha voluto entrare nel merito della pesantezza della richiesta da parte della procura Figc che “fa il suo mestiere”.
“In genere non siamo abituati a fare previsioni, se un mese o l’ergastolo. L’importante qui e contrastare gli argomenti dell’accusa”, la sua dichiarazione. Per la sentenza il tribunale federale nazionale presieduto da Cesare Mastrocola ha dieci giorni di tempo. L’ipotesi più probabile però è che arrivi all’inizio della prossima settimana.
Nell’ambito dello stesso procedimento per l’allora direttore commerciale della Juventus, Francesco Calvo, sono stati chiesti 6 mesi di inibizione e 10mila euro di ammenda. Per Alessandro Nicola D’Angelo, security manager della Juve, inibizione di due anni e ammenda di 10mila euro. Per Stefano Merulla, responsabile del ticket office, inibizione di un anno e 6 mesi e ammenda di 10mila euro. Inoltre per Agnelli e gli altri soggetti deferiti è stata chiesta l’estensione di tutte le sanzioni in ambito Uefa e Fifa. Il procedimento sportivo prende spunto da quello penale denominato ‘Alto Piemonte’ dove l’ultras bianconero Rocco Dominello, accusato fra le altre cose di aver permesso l’ingresso della ‘Ndrangheta nel business del bagarinaggio, è stato condannato in primo grado a 7 anni e 9 mesi. Proprio a riguardo di questo fenomeno, secondo Pecoraro, Agnelli avrebbe autorizzato la fornitura di abbonamenti e biglietti in numero superiore al consentito ai gruppi organizzati. Da qui la richiesta di inibizione. Se le richieste della procura saranno accolte dal tribunale federale nazionale Agnelli sarà inibito dalle proprie funzioni di presidente e, in caso di condanna definitiva in terzo grado con pena superiore ad un anno, non potrà ricoprire cariche federali come previsto dall’articolo 29 dello statuto della Figc.
In sede Uefa invece Agnelli potrebbe essere costretto a dover rinunciare temporaneamente al suo incarico nell’esecutivo che ha avuto di diritto dopo la sua elezione a presidente dell’Eca, come da richiesta del procuratore federale. Nessun problema, infine, per la sua posizione di numero uno dell’associazione europea dei club visto che si tratta di un ente privato.