Michele Emiliano ascoltato dalla procura di Roma come testimone nella vicenda Consip. Il governatore della Puglia, candidato alle primarie del Pd, è stato sentito dal pm Mario Palazzi, titolare dell’indagine romana sugli appalti della centrale acquisti della pubblica amministrazione.
Al centro dell’audizione, chiesta dallo stesso Emiliano, alcuni sms tra lui e il ministro Luca Lotti nei quali si sarebbe fatto riferimento a Carlo Russo, imprenditore amico di Tiziano Renzi, e ritenuto da chi indaga punto di contatto tra Alfredo Romeo e il padre dell’ex premier. Russo e Renzi sono entrambi indagati per traffico di influenze.
L’inchiesta è partita dalla procura di Napoli e una tranche di essa è arrivata a quella di Roma: è incentrata su presunti appalti pilotati alla Consip, la centrale degli acquisti della pubblica amministrazione, in favore di gruppi di imprese che, secondo chi indaga, facevano riferimento all’imprenditore Alfredo Romeo, finito in carcere il 1 marzo con l’accusa di corruzione.
Nell’indagine risulta indagato anche il ministro dello Sport (e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri all’epoca dei fatti) Luca Lotti. Il ministro risponde di rivelazione di segreto e favoreggiamento e lo scorso 27 dicembre è stato interrogato dai pm. Il fascicolo vede indagati per rivelazione di segreto d’ufficio anche il comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette e il generale di brigata dell’Arma Emanuele Saltalamacchia. Al centro dell’indagine una gara di facility management del valore di 2,7 miliardi (appalto FM4) bandita nel 2014 e suddivisa in svariati lotti, parte dei quali sarebbero stati destinati a società di Alfredo Romeo.
Dopo un’ora e mezzo di colloquio con i pm, Emiliano ha lasciato la procura di Roma. Al termine dell’audizione, il presidente della Regione Puglia, candidato alle primarie del Pd, non ha rilasciato alcuna dichiarazione, mentre sono stati acquisiti dai magistrati che coordinano l’indagine gli sms scambiati con il ministro Lotti riferiti alla vicenda.
Nei messaggi in questione, Lotti, all’epoca sottosegretario alla presidenza del Consiglio, faceva riferimento a Carlo Russo. Russo e Renzi sono entrambi indagati per traffico di influenze, mentre Lotti risponde di rivelazione di segreto d’ufficio.