A San Marco in Lamis è il giorno del dolore. Dopo che ieri il ministro dell’Interno, Marco Minniti, presiedendo a Foggia il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica rassicurava i cittadini dicendo che la risposta dello stato “sarà durissima” e, annunciando l’invio nella provincia di 192 unità aggiuntive, oggi nel piccolo paese della provincia si è reso omaggio ai fratelli Luigi ed Aurelio Luciani. I due contadini, probabilmente testimoni involontari dell’agguato al presunto boss Mario Luciano Romito ed al cognato Matteo De Palma, e per questo freddati senza pietà dai killer dopo essere stati inseguiti.
Alle esequie di queste due vittime innocenti della ‘Faida del Gargano’ erano presenti centinaia di persone. Troppe perché potessero essere contenute nella Chiesa della Santissima Annunziata. Molti infatti sono dovuti rimanere fuori facendosi forza l’uno con l’altro fra lacrime di commozione. “Ci chiediamo perché sia successo a noi. Non abbiamo risposte”, le parole del parroco Don Pietro Giacobbe che, nel corso della sua omelia, ha fatto riferimento a Gesù ed al suo sacrificio sulla croce. All’uscita le bare sono sfilate fra due ali di folla ed immediato e spontaneo è partito l’applauso poi il corteo si è diretto verso il cimitero. Niente funerali pubblici invece per i due obiettivi dei killer. La questura di Foggia infatti ha deciso di non dare il nullaosta pertanto le esequie di Mario Luciano Romito e quella del cognato, che al momento dell’agguato gli faceva da autista, Matteo De Palma si sono svolte in forma strettamente privata, a Manfredonia.
“Al di là delle responsabilità di ciascuno, adesso bisogna fare ciò che si è detto ossia indagini fatte per bene, processi che reggano, rafforzare gli organici della magistratura di Foggia, che sono ancora assolutamente inadeguati alla pressione criminale, e soprattutto sostenere l’attività delle forze dell’ordine e dei magistrati con un’antimafia sociale più intensa”, il commento del presidente della regione Puglia, Michele Emiliano che mette in luce come “queste organizzazioni criminali da 30 anni vengono sottovalutate da tutti considerandole residui ancestrali di vecchie faide, e questo è un fatto molto grave”.
Intanto il piano straordinario di controllo della provincia di Foggia ha effettivamente preso il via. Ci sarà una suddivisione in cinque macroaree affidate in via esclusiva o concorrente alle varie Forze di Polizia : oltre alla città di Foggia, è stata individuata la macroarea di San Severo-Apricena-San Marco in Lamis, quella di Manfredonia-Monte Sant’Angelo-Mattinata, quella di Vieste ed, infine, quella di Cerignola-Ortanova. Obiettivo quello di realizzare un’incisiva e capillare attività di controllo del territorio, che scoraggi e faccia da deterrente al perpetrarsi dell’attività criminale e che, d’altra parte, contrasti quel silenzio e quell’idea di abbandono da più parti lamentato dalla cittadinanza, contribuendo invece ad aumentare la percezione di sicurezza. La speranza della cittadinanza è questi provvedimenti permettano di non vivere mai più una giornata come questa.