“Negli ultimi 12 mesi la ripresa ha subito un’accelerazione e una estensione sostenuta anche dal meccanismo della nostra politica monetaria”. Lo dice il presidente della Bce, Mario Draghi, nel corso dialogo con la commissione Affari economici e monetari dell’Europarlamento. La crescita, aggiunge, “è particolarmente ampia ed estesa a tutti i Paesi e settori”.
Secondo il banchiere centrale la ripresa “è migliore di quanto non si fosse previsto nel primo semestre” e l’economia dell’eurozona “ha registrato 17 trimestri consecutivi di crescita e i dati più recenti dimostrano che questa accelerazione continuerà”.
Per la ripresa dell’inflazione, però, è “ancora necessaria una politica monetaria molto accomodante. “La recente volatilità nel tasso di cambio rappresenta una fonte di incertezza” per questo “dovremo essere pazienti e costanti” nella gestione della politica monetaria. L’aumento dell’inflazione, prosegue Draghi, “si deve tradurre in modo più convincente” e l’inflazione di fondo, che esclude alimentari ed energia, “ha dato prova di aumenti soltanto moderati negli ultimi mesi”. Secondo il banchiere centrale serve “un aggiustamento verso l’alto dell’inflazione che sia durevole e autoalimentato”, e un alto grado di accomodamento monetario “è ancora necessario” perché “vediamo ancora alcune incertezze sulle prospettive”.
“Decideremo nei prossimi mesi come ricalibrare gli stumenti monetari”, ha detto il presidente della Bce, che al termine dello scorso consiglio direttivo aveva parlato di autunno come momento chiave per decidere sul Qe, rivendica che “quello che appare eveidente oggi e che non è contestabile” è che la politica accomodante della Banca centrale “porta sempre maggiori redditi e a prospettive di occupazione” nell’eurozona.