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Caso Weinstein, Tarantino: “Sapevo tutto, avrei potuto fare qualcosa”

Foto AP-LaPresse - Tutti i diritti riservati

“Sapevo abbastanza da poter fare di più di ciò che ho fatto”. A distanza di una decina di giorni dall’inizio della pioggia di denunce arrivate da tantissime attrici di Hollywood, Quentin Tarantino ammette di aver sempre saputo quale fosse la condotta di Harvey Weinstein nei confronti delle donne.

“Era più delle solite voci che girano, del normale gossip. Non erano cose riferite, sapevo di un paio di questi episodi. Vorrei essermi preso la responsabilità di ciò che ho sentito: se lo avessi fatto, non avrei più lavorato con lui”: queste le parole del regista al New York Times. Come tanti altri Quentin Tarantino deve a Weinstein il suo successo: fu lui a scoprirlo, a 29 anni, e a produrre il suo primissimo film, Le Iene, e poi tutti i capolavori seguenti.

Quando Rose McGowan ha per prima denunciato gli abusi subiti dal noto produttore e poi tante colleghe (da Asia Argento a Cara Delevingne) l’hanno seguita, molte star di Hollywood si sono dette stupite venendo a conoscenza dei fatti. Ma non Tarantino. Nonostante non avese mai compreso la gravità della situazione e non avesse mai sentito storie arrivare fino ad accuse di stupro, ammette di essere sempre stato a conoscenza delle molestie e degli abusi. Nel 1995, Mira Sorvino, che allora era la sua fidanzata, gli aveva rivelato che Harvey Weinstein le aveva messo le mani addosso poco tempo prima, nonostante i ‘no’ di lei. “Ero scioccato, – ha ricordato il cineasta – non potevo crederci, ma a quel tempo pensai che fosse particolarmente attratto da Mira e che avesse oltrepassato il limite, ma che il problema fosse risolto: era la mia ragazza, lui lo sapeva e non si sarebbe intromesso”.

Eppure, nonostante nel corso degli anni avesse continuato a sentire racconti di storie allarmanti (tra cui un’attrice che gli aveva parlato di avance non gradite ricevute dal produttore) Tarantino non interruppe lo stretto rapporto che lo legava a Weinstein. Una decisione di cui oggi si pente: “Avevo marginalizzato gli eventi e qualsiasi cosa io dica ora suonerà come una banale scusa”. 

“Pensai che fosse la classica situazione degli anni ’50-’60 quando il capo rincorreva la segretaria intorno alla scrivania ed è questo di cui mi vergogno di più ora”, ha ammesso Tarantino. “Hollywood finora ha operato in un sistema quasi alla Jim Crow che noi maschi abbiamo tollerato e permesso che esistesse perché era il modo in cui andavano le cose”. Ma ora è tempo che la situazione cambi ed è per questo che il regista invita i colleghi a parlare: “Chiunque fosse vicino a Harvey aveva sentito di almeno uno di questi incidenti, è impossibile il contrario: non c’è motivo di essre spaventati. Non rilasciamo soltanto delle dichiarazioni, ma prendiamo coscienza che c’è qualcosa di marcio e che dobbiamo fare di più per le nostre sorelle”

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