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Brexit, May spinge su diritti cittadini Ue. E promette: “Resterete in Gb”

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La premier britannica Theresa May chiede all’Europa un’accelerazione per garantire i diritti dei cittadini Ue nel Regno Unito. Londra e Bruxelles, infatti, nelle prossime settimane dovranno mettere a punto dei “piani ambiziosi” nel negoziato sulla Brexit e in particolare “voglio vedere un’urgenza nel raggiungimento di un accordo sui diritti dei cittadini”. Al suo arrivo al Consiglio europeo di Bruxelles, May ha ripreso un tema a lei molto caro, espresso già in mattinata in un lungo post su Facebook.

Una sorta di lettera a tutti i cittadini europei che vivono nel Regno Unito in cui la premier promette di di rendere il più semplice possibile restare nel Regno Unito dopo la Brexit. “I cittadini Ue che sono venuti a vivere nel Regno Unito hanno offerto un contributo enorme al nostro Paese, e vogliamo che loro, e le loro famiglie, rimangano. Non potrei dirlo più chiaramente: i cittadini dell’Unione Europea che oggi vivono legalmente nel Regno Unito potranno rimanervi”, ha scritto precisando di essere “vicinissima a un accordo” per garantire i diritti di circa 3 milioni di persone provenienti da altri Paesi europei.

“Mentre mi reco a Bruxelles, oggi, sono consapevole che molte persone guarderanno a noi, i leader dei 28 Paesi dell’Unione Europea, aspettandosi di veder dimostrare nei fatti che mettiamo le persone al primo posto”. E ricorda: “Sono stata molto chiara durante tutto questo processo nel dire che i diritti dei cittadini sono la mia priorità. E so che gli altri leader hanno lo stesso obbiettivo: salvaguardare i diritti dei cittadini dell’Unione Europea che vivono nel Regno Unito e dei cittadini britannici che vivono nell’Unione Europea”.

Desidero rassicurare tutti che questo problema rimane una priorità e che concordiamo sui principi fondamentali, e che nelle prossime settimane l’attenzione sarà concentrata sul raggiungimento di un accordo che funzioni per le persone, qui nel Regno Unito e nell’Unione Europea”. May dice di esser a conoscenza “che entrambe le parti prenderanno in considerazione le reciproche proposte per concludere l’accordo con mente aperta. E con la giusta flessibilità e creatività da una parte e dall’altra, sono fiduciosa che riusciremo a concludere le discussioni sui diritti dei cittadini nelle prossime settimane”.

“Quando abbiamo avviato questo processo alcuni ci hanno accusato di trattare i cittadini dell’Ue come merce di scambio: nulla potrebbe essere più lontano dalla realtà…”, spiega la premier britannica. Nel dettaglio, “questo accordo non solo garantirà la certezza della residenza, ma anche delle cure sanitarie, delle pensioni e di altri benefici. Significa quindi che i cittadini Ue che hanno pagato il sistema britannico – e i cittadini britannici che hanno pagato nell’Ue – possono trarre vantaggio da tutto questo. Ciò consentirà alla famiglie che hanno costruito la propria vita nell’Ue e nel Regno Unito di restare insieme. E questo darà garanzie che i diritti di quei cittadini britannici residenti nell’Ue e dei cittadini dell’Ue residenti nel Regno Unito non si disferanno nel tempo”.

“Quello che ci manca – aggiunge May – è un piccolo numeri di punti importanti da finalizzare. Questo è quello che ci si deve aspettare da questi negoziati. So che esiste una preoccupazione reale su come verrà attuato l’accordo – non nasconde la premier – Le persone temono che il processo sarà complicato e burocratico, e che erigerà ostacoli difficili da superare. Anche su questo voglio fornire rassicurazioni. Stiamo elaborando un processo digitale molto snello per quelli che chiederanno in futuro uno status permanente nel Regno Unito. Questo processo sarà disegnato tenendo in conto gli utenti, che saranno coinvolti in ogni passaggio. Cercheremo di tenere il costo basso, non più alto del costo di un passaporto britannico. I criteri applicati saranno semplici, trasparenti e rigorosamente conformi all’accordo. Le persone che lo attiveranno non dovranno tenere conto di ogni viaggio in entrata e in uscita dal Regno Unito e non dovranno più dimostrare un’assicurazione sanitaria come attualmente è. E soprattuto per qualsiasi cittadini Ue che ha il permesso di residenza permanente nell’ambito del vecchio refime sarà possibile avviare un semplice processo per modificare il proprio status”.

E spiega: “Per garantire che l’elaborazione del sistema non incontri intoppi, il Governo sta anche istituendo un Gruppo Utenti che includerà rappresentanti dei cittadini Ue che vivono nel Regno Unito ed esperti digitali, tecnici e legali. Questo gruppo si riunirà regolarmente, assicurando la trasparenza del processo e rispondendo adeguatamente alle esigenze degli utenti”. “E siamo consapevoli che i cittadini britannici che vivono negli altri 27 Paesi dell’Unione Europea sono a loro volta preoccupati per la possibilità di cambiamenti nelle procedure, dopo che il Regno Unito avrà lasciato l’Unione. Abbiamo sottolineato più volte queste problematiche durante i negoziati. E siamo ansiosi di lavorare a stretto contatto con gli Stati membri dell’Unione Europea per fare in modo che anche le loro procedure siano altrettanto snelle”, continua.

E conclude: “Vogliamo che le persone rimangano, e che le famiglie restino insieme. Attribuiamo un enorme valore al contribuito che i cittadini Ue apportano al tessuto economico, sociale e culturale del Regno Unito. E so che gli Stati membri attribuiscono altrettanto valore ai cittadini britannici che vivono nelle loro comunità. Spero che queste rassicurazioni, insieme a quelle fatte dal Regno Unito e dalla Commissione europea la scorsa settimana, offriranno ulteriori, utili certezze ai quattro milioni di persone che sono comprensibilmente preoccupate per le conseguenze che avrà la Brexit sul loro futuro”. 

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