Il quantitative easing è stato “un successo” che ha sostenuto la creazione di 7 milioni di posti di lavoro nell’area dell’euro. Il presidente della Bce, Mario Draghi, difende il programma di acquisti di asset e la politica dei tassi bassi a Washington, dove si trova in occasione del meeting annuale di Fmi e Banca Mondiale. Le politiche monetarie, dice il numero uno di Francoforte, “sono distorsive per loro stessa natura, ma non è possibile ignorare che negli ultimi 4 anni sono stati creati nell’eurozona 7 milioni di posti di lavoro”. Per Draghi “i vantaggi possono far dimenticare le eventuali distorsioni”.
Il banchiere centrale è chiaro anche sul costo del denaro. I tassi resteranno bassi ancora a lungo e inizieranno a salire “ben oltre” l’orizzonte di acquisti di titoli di Stato. Partecipando a un convegno al Peterson Institute, a fianco dell’ex numero uno della Fed, Ben Bernanke, e incalzato dall’ex capo economista del Fmi, Olivier Blanchard, Draghi spiega che le dinaniche inflazionistiche sono ancora troppo deboli, per questo nello stringere i rubinetti della politica monetaria “dobbiamo essere pazienti e persistenti”, insomma “prudenti nel cambiare” rotta.
In particolare, precisa il presidente della Bce, sull’aumento dei salari “ancora non ci siamo”, ma “siamo fiduciosi che convergeranno, perché crediamo che l’inflazione sia un fenomeno monetario”. Nella riunione di politica monetaria del 26 ottobre a Francoforte il consiglio direttivo dovrebbe decidere come ricalibrare gli acquisti di asset e, in generale, la forward guidance. Draghi ricorda che la Bce ha messo a punto un programma dotato di “grande flessibilità” e che l’Eurowoter deciderà a seconda del contesto “specifico”.
Intanto, sempre da Washington, il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, offre una sponda a Draghi, affermando che “nelle economie avanzate, la politica monetaria dovrebbe proseguire su un percorso accomodante, dato che l’inflazione è bassa”. Il percorso di stretta monetaria, aggiunge Lagarde, deve essere “graduale” e “comunicato in modo chiaro” per evitare turbolenze dei mercati. La numero uno del Fondo ricorda però che la politica accomodante non può essere infinita, anche perché porta con sé il rischio di possibili bolle. “Ha incoraggiato l’accumulo di alcuni rischi per la stabilità finanziaria”, avverte Lagarde.
La capa dell’istituzione internazionale con sede a Washington è ottimista sulla ripresa che è “la più ampia degli ultimi 10 anni, guidata da consumi, investimenti e commercio”. Tuttavia, spiega Lagarde, “la crescita è incompleta, per questo serve una stagione d’azione” ora che la crescita in accelerazione concede una finestra per attuare misure.