“Il Governo non era semplicemente informato: era d’accordo. La mozione parlamentare non solo era nota al Governo, ma come sa chi conosce il diritto parlamentare, prevedeva che il Governo desse un parere. Che c’è stato ed è stato positivo”. Il segretario Pd Matteo Renzi, in un’intervista a ‘Quotidiano nazionale’, torna sul caso Bankitalia. “L’esecutivo è fatto di persone serie, non danno parere positivo senza sapere di cosa stiamo parlando”, aggiunge.
“Quanto all’autonomia del processo decisionale – ribadisce Renzi -. Noi rispetteremo qualunque scelta verrà fatta dalle autorità preposte sul nome del prossimo governatore. Auspico che scelgano la persona migliore: se il Governo riterrà che la persona migliore sia l’attuale governatore ne prenderemo atto. Ma il rispetto istituzionale non significa non chiedere chiarezza rispetto a ciò che è successo. Noi abbiamo la coscienza a posto, spero che tutti possano dire lo stesso”.
Sul punto, fonti di Palazzo Chigi sottolineano che su Bankitalia le decisioni del presidente del Consiglio saranno basate sulle prerogative a lui attribuite dalla legge ed ispirate esclusivamente al criterio di salvaguardia dell’autonomia dell’Istituto.
LA VERSIONE DI RENZI. Quanto incide la vicenda Banca Etruria sull’atteggiamento Pd verso Bankitalia? “È offensivo solo pensarlo”, spiega Renzi. “Noi non abbiamo fatto sconti a nessuno e il padre della Boschi è stato mandato a casa come tutti con il nostro commissariamento. Nessuno sconto, altro che discorsi. C’è qualcuno però che strumentalizzando pensa di far credere che il problema delle banche italiane nasca e finisca ad Arezzo e questo è assurdo”. “Le responsabilità nella gestione di Etruria dovranno essere attentamente valutate – aggiunge – ma la vicenda aretina è ben piccola cosa rispetto ai veri scandali del mondo del credito”.
“Mi spiace per le polemiche di Veltroni e Napolitano e di tutti gli altri, anche se rispetto la loro opinione. Ogni discussione aiuta a crescere, ma rimango stupito nel vedere reazioni così dure a un semplice atto parlamentare. O vogliamo dire che il Parlamento non può discutere?”, dice ancora il segretario Pd.
“Noi non abbiamo una questione personale con il governatore Visco, il cui mandato scade per legge ad ottobre, dopo sei anni di lavoro alla guida della Banca d’Italia. Il Parlamento ha approvato una mozione con il parere positivo del Governo – aggiunge -. Una mozione in cui si esprime un giudizio su ciò che è accaduto in questi anni. O vogliamo far credere che in questi anni sia andato tutto bene? Qui non è in ballo il galateo istituzionale né la scelta del nome, ma il ruolo e la dignità del Parlamento”.